INGREDIENTI per 4 persone
Gemellini di semola trafilati al bronzo: 350 g
Calamari: 300 g (puliti)
Salicornia: 180 g
Prugne Stanley (mature al punto giusto): 6
Aglio: 2 spicchi
Olio: 1/2 bicchiere
Condimento Dolceagro Ponti: 2 cucchiai
Birra scura stout: 1 bicchiere circa
Sale: q.b.
Paprika (dolce o piccante): q.b.
PREPARAZIONE
– Mettere al fuoco l'acqua per la pasta. Far imbiondire l'aglio in metà dell'olio, aggiungere 8 rametti di salicornia interi, il resto della salicornia tritata e le prugne a pezzetti. Dopo 5 minuti di fuoco vivace, sfumare con il Condimento Dolceagro (è un aceto di vino ingentilito da succo e mosto d'uva).
– Togliere i rametti interi e tenerli da parte. Togliere l'aglio. Prelevare metà del composto, frullarlo, metterlo in un'altra padella a fuoco vivace, unire qualche cucchiaio di birra e farla evaporare.
– Aggiungere al trito rimasto nella prima padella il resto dell'olio e i calamari, con il sacco staccato dai tentacoli e tagliato ad anelli, salare, far insaporire 5 minuti, sfumare con il resto della birra e cuocere per non più di 10 minuti.
– Intanto cuocere la pasta al dente, scolarla e saltarla in padella. Servirla al centro di un anello fatto con il composto frullato, disponendola in un mucchietto, sormontato dalle foglie di salicornia intere e disseminato di paprika.
E se non vi piacciono gli accostamenti audaci, sostituite le prugne con i pomodorini e la birra con il vino bianco.
Ma per una volta si può anche provare, no? In fondo l'abbinamento non è così inconsueto: assaggiando la salicornia cotta, mi sono accorta che ha un sapore molto simile agli spinaci o alle bietole (ingrediente del classico 'zimino'), ma molto più tenue, per cui ho pensato di 'indurirlo' con l'acidità delle prugne, che, a loro volta, sono rese meno dolci dal Condimento DolceAgro. A questo punto il vino mi avrebbe appiattito tutto, perciò ho scelto la birra, addirittura scura, perché una nota amara poteva esaltare i sapori ed essere un piacevole contrasto con la 'dolce' salinità dei calamari.
Scusatemi per tutte queste elucubrazioni e soprattutto mi scusino i cuochi professionisti. Io mi baso solo sul mio palato, non ho studiato come loro, non ho nessuna pratica di ristorazione e farei meglio a starmene zitta. Se scrivo in questo blog, non è solo per annotarmi sapori e profumi che potrebbero sfuggirmi, ma anche per far conoscere a chi mi legge qualcosa che vale la pena di provare. Se ci sono errori, incongruenze, schifezze, insomma, ben vengano le critiche. Non aspetto altro.
Sembra una ricetta gustosa e mi incuriosisce tanto.....la proverò.
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