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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Biscotto salato di Roccalbegna o della sposa o biscotto lesso

Non è la prima volta che scrivo su questo biscotto salato intrecciato 'a fiocco' , quasi un abbraccio , le cui origini si perdono nel Medioevo, tipico del comune di Roccalbegna (GR). Se oggi riprendo il discorso, ampliandolo un po', è perché non avevo mai detto che questa particolare preparazione in origine era legata alle nozze ed è perciò adatta al mese di maggio, per tradizione mese dei matrimoni, anche se ormai ci si sposa in qualsiasi mese dell'anno. Si basa su una ricetta tramandata di madre in figlia e veniva preparato dalle (o per le) future spose per il matrimonio . Anche lo stesso mestolo con cui veniva preparato l'impasto si tramandava di madre in figlia. Il biscotto della sposa è poi passato ad arricchire le tavole delle feste, soprattutto a Pasqua, per la festa del paese (14 settembre) e per la Sagra del biscotto salato (15 agosto). In passato era diffuso in tutta la zona del Monte Amiata, oggi è rimasto solo in poche località. Quello del comun

Budino di kefir e miele con salsa al kiwi

Non è semplice fare un budino con il kefir, come del resto con lo yogurt, perché per addensarli è necessaria una sostanza (fogli di gelatina o polvere di agar agar) che va sciolta in un composto caldo. Yogurt e kefir però non possono essere portati a ebollizione, altrimenti si 'stracciano'.  Come fare? Porteremo a ebollizione soltanto un po' d'acqua, dove avremo disciolto la gelatina ammollata e strizzata oppure la polvere di agar agar. Vedremo poi come procedere a seconda dell'addensante che usiamo.  Di norma preferisco l'agar agar perché è completamente insapore. La gelatina invece (la cosiddetta colla di pesce) lascia, secondo me, un sentore di 'colla'; l'origine è suina, il che mi lascia perplessa di fronte a un'utilizzazione per i dolci. L'agar agar è un estratto naturale da alghe rosse, che comunque non conferisce sapore salino. Se non avete il kefir potete usare yogurt non compatto. Se invece usate yogurt compatto dovete

Ginestrata

La ginestrata (o cinestrata) è tipica del Chianti, del Valdarno e della Val di Chiana, fra le province di Firenze, Arezzo e Siena (vedi cartina qui ). Difficile definirla. Non ha nulla a che fare con le classiche zuppe e minestre toscane a base di verdure, legumi, pane e pomodoro, che si presentano come cangianti mosaici di colori e sapori, espressione della ricca inventiva contadina e, nello stesso tempo, della povertà materiale del contesto in cui sono nate. La ginestrata invece è 'aristocratica': uniforme, monocolore, gialla come i fiori di ginestra da cui prende il nome, scivolosa e leggera al palato come la seta, veniva servita fin dal Rinascimento alle mense dei ricchi, i quali potevano tranquillamente procurarsi ingredienti preziosi come zucchero, cannella, noce moscata e altre spezie, oltre alle uova e al brodo di pollo. Un gusto sapido con un tocco dolce e speziato. Leggermente cremosa, omogenea, era un piatto per le grandi occasioni, con quel tocco di Vin