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Quaresimali alle nocciole


I miei primi quaresimali risalgono a quasi due anni fa. La ricetta è qui. Passata la quaresima e passata pure la Pasqua senza quaresimali, mi cimentai nel fare questi biscottini tipici della tradizione fiorentina, accontentandomi di un risultato non eccezionale quanto ad aspetto, ma ottimo per il sapore.

Qualche giorno fa, con la prospettiva di pubblicarli qui in rappresentanza della Toscana per L’Italia nel piatto, che ha organizzato l’evento #cioccolatoecacao, li ho rifatti, ma con alcune varianti: per prima cosa ho aggiunto alla ricetta precedente le nocciole e la cannella, seconda cosa ho usato una carta forno (ovviamente rovesciata) su cui avevo disegnato in modo speculare le lettere. Come si vede dalla foto, i quaresimali alle nocciole sono venuti di colore più chiaro e più precisi.

Ma passiamo finalmente alla ricetta, che ho tratto da Il giornale del cibo

200 g di zucchero semolato
200 g di farina
50 g di pasta di nocciole o nocciole tritate
3 chiare d’uovo
5 g di cannella in polvere
50 g di cacao amaro.

Montate a neve le chiare d’uovo e incorporatevi lo zucchero e la pasta di nocciole.
Mescolate la farina e il cacao a parte.
Incorporate l’impasto di farina e cacao appena creato con il primo composto.
Ponete il composto in un sac à poche e disegnate le lettere dell’alfabeto su una teglia da forno.
Lasciate riposare le letterine appena create per circa un’ora.
Lasciate cuocere in forno a 150° e dopo 10 minuti avrete i vostri Quaresimali!

Ho aggiunto un solo ingrediente: la scorza grattugiata di un’arancia, che era già nella mia precedente ricetta e che, devo dire, ci sta benissimo.

Sull'origine dei quaresimali ho già parlato nel post di due anni fa, ma vorrei aggiungere qualcosa: le ricerche che ho fatto stavolta mi hanno portato a una nuova ipotesi. Si dice ovunque, se cercate in Internet, che la forma di lettere dell’alfabeto allude alle parole per eccellenza, quelle del Vangelo, e che l’idea sarebbe venuta alle monache di un convento tra Prato e Firenze. Mah, queste monache che inventano di tutto, i brigidini, le copate, ecc. ecc.

Mi sembrava un po’ strano. Ma perché poi, mi sono chiesta, si vuole ricordare il Vangelo solo in Quaresima? Perché mai non esistono biscotti di questa forma nell’altrettanto sacro periodo dell’Avvento o in quello natalizio? Pareva proprio una delle solite leggende ‘metropolitane’, nata magari da un'ipotesi di un vecchio ma autorevole libro di cucina e da lì scopiazzata e tramandatasi nel tempo.

A un certo punto, ho avuto un’illuminazione riflettendo sul significato della parola ‘quaresimale’: fra i vari usi del termine c’è quello di «ciclo di prediche tenute nel corso di un’intera quaresima, incentrate per lo più su temi della penitenza e del rinnovamento spirituale» (Grande dizionario della lingua italiana di S. Battaglia, vol. XV, p. 75). Be’, allora, secondo me, non sono le parole del Vangelo, ma le parole di queste interminabili prediche.

Pensate, 46 giorni di discorsi che incitano alla penitenza e alla conversione; non 40 giorni, come farebbe pensare l'origine della parola Quaresima, dal latino ecclesiastico quadragesima [dies] = quarantesimo [giorno] prima di Pasqua, in ricordo dei 40 giorni di digiuno osservati da Gesù prima di iniziare il suo ministero; diventano 46 secondo il rito romano, dal mercoledì delle ceneri al Sabato Santo, perché si aggiungono le domeniche, in cui si sospende il digiuno.

Quaresimale è detto anche il libro che contiene le prediche giornaliere per tutta la quaresima; di qui a significare discorso di rimprovero, predicozzo prolisso, il passo è breve. Un libro quaresimale stampato nel 1678 si può sfogliare virtualmente qui, ma basta cercare in Google libri per trovare centinaia di volumi fra '600 e '800. Forse non era molto diverso il libro quaresimale che, secondo il Manzoni, si trovava nella sporta di Fra Cristoforo.

L'idea che i biscotti simboleggino le interminabili prediche quaresimali mi piace molto: è forse un modo dolce-amaro (proprio come il sapore di questi quaresimali!) per alleggerire la 'pesantezza' di certi predicozzi, una magra consolazione, in fondo, che il popolo poteva concedersi all'epoca in cui era rispettata davvero l'astinenza non solo dalle carni, ma anche dai grassi animali e dal tuorlo d'uovo. 

Per finire, è bene ricordare che i quaresimali, come biscotti o dolcetti, esistono anche in altre regioni italiane, come Liguria, Lazio, Campania e Sicilia, ma gli ingredienti e la forma sono diversi da regione a regione.


http://litalianelpiatto.blogspot.it/

Cioccolato e cacao, entrati ovviamente tardi nelle tradizioni culinarie italiane, non sono protagonisti in tutte le regioni. Ma vediamo quali ricette sono riuscite a proporre gli altri blogger de «L'Italia nel piatto».

Lombardia: Caulat

Friuli Venezia Giulia: Fegato di vigilia



Umbria: Salame del Re

Puglia: Fruttoni salentini

Calabria: Bucconotti e varchiglie calabresi




Per finire, un annuncio: l'evento di marzo #RicettePasquali si è concluso e abbiamo decretato la ricetta vincitrice.
del blog «Mi piace e non mi piace».
Trovate qui tutti i link delle ricette partecipanti,
più quelle fuori concorso di noi blogger dell'Italia nel piatto.

Commenti

  1. Beh, io trovo che anche l'aspetto sia eccezionale!!! Chissà che buoni...hanno idea di essere come le ciliegie...uno tira l'altro!

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  2. Grazie Giovanna per la tua ricerca sul significato del nome! Come unire cucina e filologia, le tue specialità!

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  3. Ciao Giovanna, come dici tu questi quaresimali li facciamo anche noi, ma la ricetta è diversa e prevede le mandorle. Prima o poi li posterò. Un abbraccio

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  4. davvero interessante questi tuoi post... sempre sul pezzo! Brava Giovanna!!!

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  5. Non vedevo l'ora di sbirciare per vedere cos'hai tirato fuori dal tuo cilindro magico questo mese...Giovanna sei sempre grande. Ti abbraccio cara

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  6. sempre appassionanti i tuoi post ricchi di storia!
    e che dire di questi quaresimali...uno tira l'altro!
    un bacione

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  7. Sempre interessanti i tuoi post cara Giovanna, non ti smentisci mai. E complimenti pure per i quaresimali, sicuramente buoni.

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  8. Sono bellissimi Giovanna, non li conoscevo, sono venuti perfetti, bella l'idea della carta forno rovesciata.
    Un bacio
    Miria

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