Del buristo ho già parlato nel post precedente, prospettando la possibilità che questo insaccato senese e
grossetano, preparato con un impasto di frattaglie di suino (testa, muso,
zampe, grasselli, sangue), insaporito da cannella, noce moscata e chiodo di
garofano, possa essere utilizzato per un gustoso risotto.
L’idea non è certo mia. Sembra che
l’inventore, o meglio il ri-scopritore, sia stato Silvio Gigli, il giornalista
e conduttore radiofonico senese vissuto dal 1910 al 1988, che sicuramente i
toscani non più giovani ricordano, se non altro perché per molti anni fu il
radiocronista ufficiale del Palio di Siena. Meno nota, forse, è la sua fama di
gastronomo, ma così ben fondata da fargli meritare la definizione di “alfiere
della gastronomia senese”.
Alla ricetta tradizionale (dal
libro di Giovanni Righi Parenti, La cucina
toscana), ho apportato qualche modifica, fra cui la tostatura a secco del riso, che credo dia la possibilità di un rilascio finale di amido incomparabile.
INGREDIENTI per 4 persone
– 300 g di riso Carnaroli (ho
usato quello gentilmente offertomi dall’azienda “Il Buon Riso”)*
– 240 g di buristo
– 1 cipolla bianca piccola
– Brodo vegetale q.b.
– 1 bicchiere di vino rosso
(Chianti dei Colli Senesi)
– Pecorino toscano secco e
piccante grattugiato q.b.
– Un mazzetto di dragoncello
– Briciole tostate di panpepato
senese (aggiunta mia)
– Scorza d’arancia (aggiunta mia)
– Sale q.b.
Tagliare il buristo (ovviamente
sbucciato) a dadi e metterlo a soffriggere con la cipolla tritata. Il grasso
del buristo rende superfluo l’uso dell’olio o del burro. Bagnare con qualche
cucchiaio di brodo.
In una padella di ferro o
antiaderente, tostare il riso a secco. Unirlo al trito di cipolla e buristo;
dopo che si è insaporito, aggiugere il vino, far sfumare e tirare a cottura col
brodo.
Mantecare col pecorino. Non credo
che occorrerà aggiungere burro o olio, perché il grasso del buristo e il
pecorino avranno prodotto cremosità.
Cospargere di panpepato senese
sbriciolato e tostato insieme a scorza d’arancia grattugiata (se non avete il panpepato, potete usare solo cannella, noce
moscata, chiodo di garofano e pepe). Unire dragoncello tritato.
* Dopo tanto tempo da quando ho ricevuto omaggi da “Il Buon Riso” sono
finalmente riuscita a continuare nel mio intento: almeno un piatto per ogni
tipo di riso. Ne ho già fatti due, uno con il Basmati (di cui ho pubblicato solo la foto), un altro con il Roma. Il
prossimo sarà con il riso Ermes. Per me ’sto riso ormai è un vortice di gusto:
è di una tale bontà che ogni giorno mi ispira un’idea nuova. Quanto poi al
realizzare un piatto e pubblicarlo nel blog, be’, non è cosa da tutti i giorni,
visti i miei impegni di lavoro e tutto il resto che si è sommato in questo
periodo. Ma non dispero... prima o poi arriveranno altre ricette!
Commenti
Posta un commento