Cenci tagliati non troppo lunghi e poco dorati, cosparsi di zucchero a velo |
Per febbraio l'Italia nel piatto ha scelto come tema i "Fritti dolci e salati della tradizione", adattissimo a questo mese in cui cade il di Carnevale: giovedì grasso è il 20 e martedì grasso il 25. Tra i fritti dolci, in tutta Italia è tradizione preparare dei ritagli di varie forme, dimensioni e spessore, a partire da una sfoglia di farina, uova e zucchero, con un po' di burro o altri grassi, aromatizzata con vino o liquori e addizionata talvolta di lievito, che prendono nomi diversi a seconda delle regioni.
In Toscana si chiamano cenci, ma anche crogetti, frappole, stracci, strufoli (con una sola f, ben diversi dagli struffoli meridionali) o melatelli (se con miele); in altre regioni, con le dovute varianti nella preparazione, assumono altri nomi. Eccone un elenco. È uno screenshot da Wikipedia; potete cliccare qui per leggere meglio e avere maggiori informazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiacchiere.
Cenci tagliati in rettangoli lunghi e stretti, ben dorati, cosparsi di zucchero semolato |
Cenci, in Toscana, è la denominazione più diffusa. Prende origine dalla forma che ricorda i cenci, cioè gli stracci, i brandelli di stoffa, i panni di poco conto che si usano per spolverare o pulire i pavimenti. La ricetta è semplicissima e non cambia molto a seconda delle zone di questa regione e delle varianti del nome. Ecco l'immagine di quella artusiana, 'riveduta e corretta', si fa per dire, dalla mia bisnonna.
La ricetta che uso di solito è un compromesso tra le due. Metto il Vin Santo al posto dell'acquavite.
INGREDIENTI
Impasto
250 g di farina di frumento 00
20 g di burro fuso (o 16 g di olio)
20 g di zucchero a velo
2 uova piccole
Mezza bustina di lievito per dolci (8 g) o un cucchiaino di bicarbonato
2 cucchiai di Vin Santo
Per friggere
500 ml di olio di arachidi
Per cospargere
Zucchero a velo vanigliato o semolato
PROCEDIMENTO
– Amalgamate gli ingredienti dell'impasto e lavorate bene. Lasciate riposare coperto per qualche minuto.
– Tirate una sfoglia alta 2/3 millimetri. Non deve essere sottilissima. Potete usare il mattarello o la macchinetta per la pasta.
– Tagliate la sfoglia in strisce larghe due o tre dita con un coltello o con la rotella dentata e da ogni striscia ritagliate dei rettangoli lunghi un palmo, oppure dei rombi o romboidi.
– Friggeteli in olio a 180° e scolateli su carta da cucina. Cospargeteli di zucchero a velo o zucchero semolato.
Per finire, vediamo i fritti dolci e salati delle altre regioni d'Italia.
Valle d’Aosta: Frittelle di mele valdostane
Liguria: Frisceu
Lombardia: Cuoppo alla milanese
Trentino Alto Adige: Frittelle di mele
Veneto: Crema fritta alla veneta
Friuli Venezia Giulia: Strucchi fritti
Emilia Romagna: Frittelle di riso di Carnevale
Marche: Scroccafusi marchigiani
Umbria: Frittelle di pancotto
Lazio: Ravioli dolci di Carnevale
Abruzzo: Cicerchiata abruzzese di Carnevale
Molise: Rosacatarre molisane
Campania: Zeppole napoletane
Puglia: Le frittelle
Basilicata: Frittelle con peperoni cruschi e olive nere
Calabria: Alaci fritti
Sicilia: Latte fritto siciliano
Sardegna: Acciuleddi e orillettas
che bello quell'appunto scritto a mano, sembra la calligrafia di mia madre! Cenci, frappe, chiacchiere certo si chiamano in mille modi e sono i dolci fritti più buoni del mondo! un bacio
RispondiEliminaCiao Giò mi hai fatto ricordare i cenci di una cara signora toscana che a Carnevale li preparava sempre e ce li mandava al lavoro con il figlio che è tuttora mio collega. Anche i suoi, impastati con il vin Santo. Che meraviglia!!! Un abbraccio
RispondiEliminaQuanti nomi per la stessa golosità, qui i nostri grostoi sono rigorosamente con la grappa più presente nelle case rispetto al Vin Santo che veniva riservato alle grandi occasioni o per gli ospiti importanti
RispondiEliminaAssolutamente golosi questi cenci. Grazie un abbraccio!!
Molto interessante il tuo articolo su questa ricetta diffusissima! Buona domenica :)
RispondiEliminaDa noi si chiamano sprelle, ma qualsiasi nome gli si diano sono molto golosi ^_^
RispondiEliminaUn abbraccio
Cara Giovanna, non sapevo del numero così elevato di varianti per questi fritti. Sono tantissimi! Bello poi il ricordo della tua bisnonna...complimenti per tutto! Un abbraccio
RispondiEliminaDa noi le chiamiamo "frappe" e la ricetta è simile se non per qualche piccola variazione sulla scelta del liquore da utilizzare nell'impasto. Non sto a dirti quanto mi piacciono!!! La presentazione è favolosa, ne esalta la bontà! Complimenti!
RispondiEliminanomi sono diversi ma al gusto seno sempre ottime, bellissimo il tuo post! complimenti!
RispondiEliminaDa noi crostoli!
RispondiEliminaE non è carnevale senza crostoli!!!!
Questi sì che sono transregionali!
RispondiEliminaInteressantissimo il tuo articolo e meravigliosi i tuoi Cenci! Da noi si chiamano frappe e le adoro!
RispondiEliminaBaci e buona giornata,
Mary
Qualunque si ail nome con cuci vengono chiamate, sono sempre una golosa tentazione. Io le chiamo frappe.
RispondiEliminaBaci