Questa volta ho dovuto cercare una ricetta ‘col
lanternino’. Trovare una preparazione toscana adatta al tema di aprile
dell’Italia nel piatto – Torte rustiche salate, focacce per una scampagnata primaverile – ha richiesto una buona dose di paziente impegno.
Il risultato è stato inaspettato: da certe zone marginali
della Toscana, rimaste per secoli isolate rispetto al predominio culinario
fiorentino, sono affiorate ricette ignote o poco note al di fuori del loro
territorio (c0me la panina gialla e la panina unta, la torta putta, la torta
d’erbi e la torta coi becchi), tanto che a un certo punto ho avuto perfino
l’imbarazzo della scelta. Scelta che alla fine è ricaduta sulla barbotta, una preparazione
tipica della Lunigiana, zona geografica divisa fra Toscana e Liguria, ma
che in passato ha avuto legami storici, amministrativi e culturali anche con
l’Emilia.
La barbotta, che in qualche località viene chiamata barbotla, non può essere definita né focaccia né torta in senso vero
e proprio. È fatta senza lievito e non è un guscio che racchiude un
ripieno, ma è un compromesso fra una torta ripiena e una focaccia. Gli
ingredienti sono pochissimi: farina di frumento (ed eventualmente un po’ di farina di
mais), fiori di zucca (o cipolla di Treschietto), acqua, olio, sale e pepe.
Treschietto è un paese della Lunigiana famoso per le sue
cipolle dal sapore molto delicato. Peccato che siano introvabili nel resto
della Toscana! Per questo motivo ho dato la preferenza alla versione con i
fiori di zucca, che in aprile si possono già raccogliere se le piantine sono
state trapiantate nel mese di marzo.
Una parola come barbotta, che mi suona tanto strana, mi ha
incuriosito. Girovagando in Google Libri, ho trovato citato questo termine qualche
volta come nome della torta salata, altre volte, invece, soprattutto in
dizionari e cronache, barbotta ricorre come nome di un’imbarcazione.
La barbotta che solca il Po è un battello largo, piatto, non molto lungo né profondo; infatti l’acqua arriva quasi a filo della sponda. È scoperta nel mezzo, coperta invece a poppa e prua, forse perché adibita al trasporto di granaglie da portare al mulino. Le barbotte usate dai cacciatori nei fiumi per ingannare la preda e accostarsi hanno invece una copertura di frasche e arbusti. La copertura della barbotta medievale, imbarcazione da guerra, era di pelle di montone, di qui forse il nome barbotta, cioè fornita di barba, imbarbottata.
Mi chiedo se questa torta salata possa prendere il nome dell’imbarcazione visto che è chiusa e non liscia: i fiori di zucca o la cipolla creano una superficie un po’ increspata (foto qui sotto), soprattutto se viene fatta secondo tradizione, senza ricoprirla di fiori distesi come invece ho fatto io in una versione (prima foto).
La barbotta che solca il Po è un battello largo, piatto, non molto lungo né profondo; infatti l’acqua arriva quasi a filo della sponda. È scoperta nel mezzo, coperta invece a poppa e prua, forse perché adibita al trasporto di granaglie da portare al mulino. Le barbotte usate dai cacciatori nei fiumi per ingannare la preda e accostarsi hanno invece una copertura di frasche e arbusti. La copertura della barbotta medievale, imbarcazione da guerra, era di pelle di montone, di qui forse il nome barbotta, cioè fornita di barba, imbarbottata.
Mi chiedo se questa torta salata possa prendere il nome dell’imbarcazione visto che è chiusa e non liscia: i fiori di zucca o la cipolla creano una superficie un po’ increspata (foto qui sotto), soprattutto se viene fatta secondo tradizione, senza ricoprirla di fiori distesi come invece ho fatto io in una versione (prima foto).
INGREDIENTI
350 g di farina di frumento
50 g di farina di mais
450 g di acqua tiepida
300 g di fiori di zucca o zucchino
Olio e.v.o. (4 cucchiai + 2)
Sale
Sale
Pepe nero
PROCEDIMENTO
PROCEDIMENTO
Togliere la base e il pistillo ai fiori. Sciacquarli velocemente sotto l'acqua corrente e scottarli in acqua bollente salata per un minuto.
Miscelare farine, sale e pepe. Aggiungere a poco a poco acqua e 4 cucchiai di olio, fino a ottenere una pastella liscia. Unire i fiori tritati al coltello o con le forbici.
Ungere con 1 cucchiaio di olio una teglia (28/30 cm) e versarvi il composto per un'altezza di non più di cm 1,5. Aggiungere un filo d'olio ed eventualmente altro pepe.
Infornare a 180° C per 40 minuti.
Variante (nella prima foto in alto e nella prima qui sotto): invece che oliare la superficie, ricoprirla di fiori di zucca aperti e conditi con olio e sale.
Ed ora vediamo che cosa potremmo preparare per una scampagnata primaverile ispirandoci alle ricette delle altre regioni italiane.
Valle d’Aosta: Tourte aux herbes
Liguria: Torta di asparagi e patate
Lombardia: Costoletta alla Milanese
Trentino Alto Adige: Smacafam
Friuli-Venezia Giulia: Pinza Triestina
Emilia Romagna: Il bartolaccio di Tredozio
Umbria: Schiacciata con la cipolla
Marche: Crescia sfogliata marchigiana
Abruzzo: Soffione salato
Campania: Torta rustica con ricotta e salame
Puglia: Torta rustica di carciofi
Basilicata: I falagoni lucani
Calabria: Grupariata. La focaccia rossa calabrese
Sardegna: Panedda di Oliena
Squisita Giovanna, mi piacciono moltissimo i fiori di zucca, proverò questa torta! Bacione
RispondiEliminaCiao Carla, pare che questa barbotta sia diffusa anche nella Lunigiana ligure. Se capiti da quelle parti e la vedi, fammi sapere!
EliminaBuonissima!
RispondiEliminaGrazie per i tuoi puntuali commenti!
EliminaChe ricetta interessante! Adoro questo nostro appuntamento mensile perché offre la possibilità di riscoprire piatti della tradizione che si perdono...
RispondiEliminaIn effetti, Chiara, a volte sembra di partecipare a una caccia al tesoro!
Eliminaforse la parte che mi dà più soddisfazione della nostra rubrica è cercare le ricette, queste ricerche ci aiutano a riscoprire piatti antichi e vecchie tradizioni, come questa borbotta, una focaccia di verdure da provare assolutamente... complimenti!
RispondiEliminaGrazie, Elena!
EliminaQuello che mi piace di te è proprio questo impegno che metti ogni volta nella ricerca di ricette della tradizione, con tanto di storie e curiosità. Complimenti, la ricetta naturalmente non la conoscevo. Deve essere buonissima questa focaccia.
RispondiEliminaGrazie, Natalia!
EliminaLa trovo fantastica!! Io penso che non basterebbero nemmeno due vite per girare in lungo e largo per scoprire ed assaggiare tutti questi prodotti tipici. La cipolla di Treschietto? uau!! mi piacerebbe tanto assaggiare entrambe le versioni. Ciao!
RispondiEliminaHai ragione, Marina. L'Italia è piccola rispetto ad altre nazioni, ma, quanto a cucina tradizionale è immensa!
EliminaAmazing post with lots of informative and useful and amazing content. Well written and done!! Thanks for sharing keep posting.
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