Per il tema "Frittate colorate" scelto dal l'Italia nel piatto per questo mese di aprile, ho preparato la toscanissima frittata con gli zoccoli, chiamata anche "cogli zoccoli" o "in zoccoli" (Artusi). Gli zoccoli in questione non sono certo le calzature con la suola di legno. Non c'è niente in questa frittata che ne abbia le sembianze. E allora perché ha questo nome? I quadratini rossicci che occhieggiano fra il giallo delle uova sono cubetti di rigatino (una sorta di pancetta toscana), ottenuto da una parte ben più muscolosa della pancia del suino, fra la schiena (da cui si ricava il lardo) e la pancia vera e propria (da cui si ottiene la pancetta). Ovvio che il contrasto tra la morbidezza delle uova e la durezza del rigatino avrà suggerito l'analogia con gli zoccoli, che per la loro forma richiamano più gli zoccoli equini che gli zoccoli intesi come calzature umane. Un altro nome toscano per il rigatino, in particolare quello "teso&q
Oltre agli gnocchi di patate (vedi qui), in Toscana si fanno anche gli gnocchi di ricotta. L'impasto è composto di ricotta, farina di grano, parmigiano (o pecorino) e sale. La ricetta di Paolo Petroni (Il grande libro della vera cucina toscana, Giunti editore) prevede anche le uova, ma io non le ho messe, altrimenti avrei dovuto aggiungere altra farina oltre a quella indicata dal Petroni. Nel suo libro non si dice da dove precisamente provenga questa ricetta, ma sicuramente è nata nei territori collinari e montani della Toscana, dove si pratica l'allevamento degli ovini, dal cui latte si ricava la ricotta. Io ho usato la ricotta di Pienza (Val d'Orcia) e il pecorino stagionato della stessa zona. Ecco la ricetta del Petroni con affiancate le mie modifiche INGREDIENTI Ricotta di pecora: g 350 Farina bianca: g 100 2 uova Non ho usato uova nell'impasto degli gnocchi Burro: g 80 Sale e pepe nero in grani Oltre a sale