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Infuso di corbezzolo


L'Italia nel piatto per un giorno diventa... l'Italia in tazza perché, a dire il vero, un po' di disintossicazione ci voleva, dopo gli stravizi delle feste di Natale e Capodanno. Oggi parliamo infatti di tisane, infusi e decotti. La differenza fra queste tre bevande risiede nella modalità di preparazione. La tisana è composta da più erbe, frutti o spezie, l'infuso prevede un solo ingrediente tenuto in acqua calda per 5 o più minuti, il decotto prescrive invece una bollitura delle erbe da pochi a tanti minuti.

Per la scelta della pianta da utilizzare per questo infuso, devo ringraziare Natalia, autrice del blog Fusilli al tegamino, che mi ha fatto conoscere un libro che riguarda le erbe di Toscana, L'uso delle erbe nella tradizione rurale della Toscana. Inserisco qui sotto tra le fonti il link. Mentre lo 'sfogliavo' (si fa per dire), mi sono imbattuta nella scheda dell'Arbutus unedo (vol. I, pp. 43-44), il corbezzolo o arbuto, albatro, albatrello. Questa è la scheda.

 

Nel II volume si analizzano gli impieghi di ogni pianta in due zone, l'Arcipelago Toscano e la Garfagnana. Infine si ricordano gli usi tradizionali delle piante per la cura degli animali. Quanto all'Arbutus unedo (vol. II, p. 11), viene chiamato nelle isole dell'arcipelago corbezzolo o sorbo e ne viene annotato l'uso come astringente intestinale nonché il consumo dei frutti sia da crudi che da cotti in marmellate e sciroppi (isola d'Elba).

Ho provato quasi una sorta di 'stretta' al cuore quando mi è tornato in mente quello che faceva mio padre oltre 60 anni fa per rendere più allegro il Natale alle sue tre bambine. Oggi sarebbe considerato un delitto contro la natura, la biodiversità, il rispetto della vegetazione ecc. Pochi giorni prima di Natale ci portava nella foltissima macchia maremmana nei dintorni di Castiglione della Pescaia o Punta Ala, se ricordo bene, a scegliere un piccolo albatrello (così lo chiamavamo) da portare a casa come albero di Natale. Bastava qualche filo argentato e un puntale ben fissato e l'albero era già pronto con i suoi frutti rossi e gialli, le albatrelle o corbezzole, a meno che non volessimo aggiungere le fragilissime palline, le casette o gli altri ornamenti di vetro colorato. Ci veniva proibito ovviamente di abbuffarci su quei dolcissimi frutti; si potevano solo assaggiare, perché babbo, essendo medico e conoscendo quanto noi bimbe eravamo golose, sapeva benissimo che in gran quantità quei frutti possono provocare stitichezza e perfino diventare narcotici.


Il corbezzolo da me fotografato in un viale dell’Ospedale di Careggi a Firenze 

Ma veniamo alle notizie su questa pianta tratte dai libri cartacei che ho indicato qui sotto. Le zone di origine sono i paesi del Meditarreneo e l'Irlanda sud-occidentale. Si trova in pendii rocciosi, radure di boschi, boscaglie e macchie. È una specie appartenente alla famiglia delle Ericacee, sempreverde, con foglie color verde intenso, lucide nella pagina superiore, lisce su entrambe le pagine, oblunghe o ellittiche, lunghe fino a 11 cm, con margine seghettato. La corteccia è di colore rosso-bruno, rugosa e fessurata. Questo arbusto o alberello fiorisce in autunno, con fiori simili a piccole campanule bianche o talvolta rosa, riuniti in grappoli penduli.

Poiché i frutti maturano in autunno dai fiori dell'anno precedente, può capitare di vedere contemporaneamente sul corbezzolo fiori e frutti, i quali sono simili a bacche globose gialle e, a completa maturazione, rosse, di 2 cm di diametro, con superficie punteggiata da piccole protuberanze similmente alla fragola, il che conferisce a questa specie un notevole valore ornamentale.

I frutti, a completa maturazione, sono dolci, con un contenuto di zuccheri pari al 20%; si usano per preparare vini, liquori e conserve. Nei prossimi giorni pubblicherò una ricetta di biscottini 'occhi di bue' riempiti con confettura di corbezzolo (vedi foto qui sotto).

La corteccia contiene un ingrediente che in farmacopea viene usato per la cura della diarrea. Pare che questa pianta faciliti la riduzione dell'ispessimento delle pareti delle arterie e che possa calmare i disturbi epatici. I fiori possono ridurre la febbre, facilitando la traspirazione. Foglie, frutti e corteccia venivano impiegati in passato per conciare la pelle. Attenzione al frutto, perché, come ho detto sopra, può avere affetti narcotici se assunto in grandi quantità.

Le foglie sono astringenti, diuretiche, antisettiche e contengono antiossidanti che vengono rilasciati durante l'infusione. L'infuso può essere addolcito con del miele. Io ho scelto un miele toscano prodotto da fiori della macchia mediterranea, color ambra scuro, ricco di minerali e particolarmente aromatico.

INGREDIENTI per 1 infuso

6 g di foglie di corbezzolo

250 ml di acqua

1 cucchiaino di miele

 

PREPARAZIONE

Lavare le foglie di corbezzolo, portare a ebollizione l'acqua, fare dei taglietti perpendicolari al bordo delle foglie, lasciarle in infusione nell'acqua per 15 minuti. Filtrare e aggiungere un cucchiaino di miele.

Fonti

L'uso delle erbe nella tradizione rurale della Toscana (http://agricolalemacchie.weebly.com/uploads/7/3/6/1/7361821/arsia_erbe_vol1_e_2.pdf)

A. J. Coombes, Trees, Dorling Kindersley Handbooks, ed. italiana in La Biblioteca della Natura, Alberi, RCS  libri, Milano 1993-2003

L. Bremness, Herbs, Dorling Kindersley Handbooks, ed. italiana in La Biblioteca della Natura, Erbe, RCS  libri, Milano 1994

D. Burnie, Mediterranean Wild Flowers, Dorling Kindersley Handbooks, ed. italiana in La Biblioteca della Natura, Erbe spontanee del Mediterraneo, RCS  libri, Milano 1995, 1999.

 

Concludo con l'elenco dei link ad altre ricette regionali di tisane, infusi e decotti.

Piemonte. Genepì
Liguria. Infuso di basilico
Lombardia. Tisana alle mele e frutti rossi della Val Camonica 
Veneto. Tisana rilassante “cimbro”, con erbe e fiori di montagna
Emilia-Romagna. L’acqua d’orzo
Umbria. Tisana allo zafferano e pera
Lazio. Una tisana dopo le feste
Molise. Infuso di origano
Campania. Decotto di mela annurca campana
Puglia. Decotto di foglie di olivo
Basilicata. Decotto invernale di mandorle e malva
Calabria. Infuso allo zafferano di Bagnara e bergamotto di Reggio Calabria
Sicilia. Canarino siciliano
Sardegna. Infuso di foglie di mirto e fiori di elicriso

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Commenti

  1. Mi sono persa anche io nei tuoi ricordi ed ho provato una punta di nostalgia. Non conoscevo le proprietà del corbezzolo e neanche sapevo che con i frutti ci si potesse fare la confettura. Aspetto la ricetta allora! Felice di aver contribuito ai tuoi post sempre così completi. Buon anno!

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  2. sei sempre scientificamente accurata, la proverò sicuramente .... per quanto riguarda l'albero di Natale io preferivo gli abeti veri magari piccoli. con le radici per poi piantarli perché avevano quel magico profumo indimenticabile che ora per il rispetto della natura non sento più con il mio alberello finto...quel corbezzolo mi sembrava un usurpatore, cominci ora a farmelo apprezzare per il contenuto di antiossidanti!!
    complimenti Giovanna, anche per le bellissime foto!!!!

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    1. Credimi, quei rametti hanno conservato un profumo meraviglioso di bosco anche dopo qualche giorno di frigorifero. Grazie per l’apprezzamento!

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  3. Che argomento interessante questo delle erbe nella tradizione rurale. Mi affascina davvero molto. Sei stata ricca di informazioni e del corbezzolo adoro il profumo. Da provare sicuramente

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  4. Il corbezzolo per me è un frutto mitologico...nel senso che non ne ho mai visto uno da vicino. Ho sempre sentito parlare del miele al corbezzolo, di quanto sia pregiato ma credo sia anche difficile da reperire, non l'ho mai trovato. Mi piacerebbe prima o poi trovare questo frutto e assaggiarne solo uno, così da non avere effetti collaterali! Ottimo il tuo infuso, un abbraccio e tanti auguri di buon anno!

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  5. Che bello questo post Gio! E quanti ricordi! Aspetto i biscottini alla confettura di corbezzolo intanto mi godo la tua bevanda! Buon anno!

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  6. Che bei ricordi del tuo babbo che vi portava a scegliere l'alberello di Natale! Buono anche il tuo infuso!

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