Nuovo appuntamento mensile con la cucina regionale dell’Italia nel piatto; il tema di oggi è “I doni del bosco”. Come ingrediente principale ho scelto la farina di castagne, perché era tanto che mi ripromettevo di usarla per qualcosa di diverso dal solito castagnaccio (ricetta qui). Anticamente in molte zone dell’Appennino Toscano, dove non era possibile coltivare il grano e neppure comprarlo, a causa dell’isolamento o della povertà, la farina di castagne, detta anche farina di neccio, era una delle poche risorse disponibili per panificare, per fare polenta, frittelle e focaccine varie, che da zona a zona cambiavano addirittura nome.
La Toscana è strana. Dici “necci” nel sud della regione e non ti
capiscono. Ma anche al nord est... Sono andata in vari negozi di Firenze a
chiedere «i testi di ferro per fare i necci» e mi hanno guardata come se
parlassi arabo; quando ho spiegato che sono due dischi pesanti di ferro con
lunghi manici che servono a cuocere focacette di farina di neccio, cioè di
castagne, qualcuno mi ha chiesto addirittura in quale regione si usano fare. E
non erano neppure persone tanto giovani... Finalmente, in una vecchia
‘mesticheria’, il proprietario ha capito subito: li ha tirati fuori da uno
sgabuzzino dove stavano appesi come un cimelio d’altri tempi, un po’
arrugginiti all’esterno, ma l’abile mano del negoziante, incurante della fila
di clienti che si stava formando, li ha fatti tornare come nuovi.
INGREDIENTI per 4 persone
300 g di farina di castagne macinata a pietra
500 g di acqua
5 g di sale
15 g di olio extravergine di oliva + olio per ungere
PREPARAZIONE
Si miscela la farina di castagne setacciata con l’olio, l’acqua
e il sale.
Si fanno arroventare i ferri sul fuoco (magari nel camino) e si
ungono all’interno con l’olio, usando mezza patata.
Si versano due o tre cucchiaiate d’impasto (a seconda della
grandezza voluta) al centro di un ferro e si sovrappone l’altro.
Dopo 2 minuti si girano i ferri tenendoli premuti e si fa cuocere ancora 2 minuti.
Si procede nello stesso modo per i successivi necci, che, una volta pronti, si
impilano per tenerli al caldo. Ricordarsi di ungere nuovamente i ferri prima di mettere l'impasto per un altro neccio.
Ogni neccio viene cosparso di ricotta e arrotolato.
In alternativa si può usare una padella antiaderente, ma una
volta cotto da un lato, il neccio deve essere girato.
Per accompagnare il neccio:
1) in versione dolce, tradizionale, con ricotta e miele di
castagno; sono buoni anche con gelatina di arance, uvetta, pinoli, scorze di
agrumi; c’è chi modernizza il neccio con la famosa crema spalmabile di
cioccolato e nocciole;
2) in versione salata di antica memoria con altri formaggi
freschi e salumi (biroldo, salsiccia, pancetta) oppure con aringa; in versione
moderna (come la mia nella foto), con ricotta, bottarga di muggine,
mandarancio, finocchio.
Premetto che i miei necci sono solo un’imitazione degli originari
necci della montagna pistoiese o della Garfagnana (LU), zone particolarmente
ricche di boschi di castagni. Sembra che anticamente venissero cotti su pietre
arroventate fra foglie di castagno bagnate. Ho avuto la fortuna di vederli fare
su piastre di ferro, oliate con una mezza patata avvolta in un panno; infatti fino
una decina di anni fa era sempre presente con il suo banchetto in fiere e
mercati fiorentini una coppia di anziani che veniva dalla montagna, portando
con sé una soffice e freschissima ricotta, il sacco della farina di castagne e l’attrezzatura
necessaria: quel fantastico ‘street food’ montanaro, creato con maestria dai loro
gesti lenti, rituali, calati come d’incanto fra sipari unici quali piazza SS.
Annunziata o piazza Santo Spirito, mi è rimasto nel cuore, negli occhi e... nel
palato. Mi sembra ancora di vedere il bel contrasto di colori bianco e marrone nel
rotolino che tenevo in mano e assaporare il piacevolissimo, improvviso contrapporsi
fra il calore del neccio appena fatto e la freschezza della ricotta di montagna.
E, per finire, un bel giro con i doni del bosco delle altre regioni italiane.
16 Novembre - I DONI DEL BOSCO ( tartufi, funghi,
castagne) sagre o ricette tipiche
Trentino-Alto Adige:
Crostatine ai funghi misti di bosco
Friuli-Venezia Giulia: Strùcul
di mont
Lombardia: Foiade di castagne
ai funghi porcini
Veneto: Budin con la farina de
maròn
Valle d'Aosta: Risotto alle
castagne http://atuttopepe.blogspot.com/2014/11/risotto-alle-castagnela-valle-daosta.html
Piemonte:
Liguria: tocco de funzi
Emilia Romagna: Tagliatelle
di castagne con sugo di funghi
Lazio: Frittelle di
castagne e mele
Toscana: Necci
Marche: Il tartufo e la
49° fiera nazionale del tartufo bianco di Acqualagna
Abruzzo: Funghi all'Abruzzese
Molise: Zuppa di lenticchie di
Capracotta e castagne
Umbria: Costolette d'agnello
con roveja e tartufo
Basilicata: Polpette al vino
rosso con cardoncelli e lampascioni in agrodolce
Campania: Non partecipa
Puglia: Recchjetèdde e cardengiedde
- http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2014/11/recchjetedde-e-cardegiedde.html
Calabria: Il castagnaccio
dei monti Reventino, Tiriolo, Mancuso
Sicilia: Non partecipa
Sardegna: Fregola con funghi e
salsiccia ricetta sarda http://blog.giallozafferano.it/vickyart/fregola-con-funghi-salsiccia-ricetta-sarda
Il nostro blog - http://litalianelpiatto.blogspot.it/
Wow! Ma che spettacolo! Questi proprio non li conoscevo, ma che buoni devono essere??? Bravissima!!!!
RispondiEliminaE' divertente vedere come nella stessa regione ci sono usi e parole addirittura incomprensibili!!! Ed è meraviglioso invece vedere come con un "ferro" si possano creare tali meraviglie! Ne mangerei a quintali, lo ammetto!!! Complimenti per tutto, hai la stima e lo sai! Buona Domenica sera, un bacione
RispondiEliminaProprio un bel piatto, complimenti!
RispondiEliminaGiovanna...sto incantata davanti allo schermo ad ammirare il tuo piatto, hai tutta la mia ammirazione, per la storia dei necci (quanto mi ha incuriosito questo none) per il patto che hai preparato, per la foto stupenda!
RispondiEliminabravissima!
un bacione
è un po' in tutte le regioni, ci sono differenze anche tra paesi limitrofi :) sono delle crepes di castagne, direi deliziose da provare :)
RispondiEliminaHo letto il tuo racconto lentamente, per assaporarlo tutto. Proprio come i necci, che si richiamano un pò alla nostra lestopitta. Mi riscrivo sul mio ricettario la ricetta, con le ricottine fresche sarà sicuramente una goduria. Buona settimana.
RispondiEliminama che meraviglia questa ricetta, da provare assolutamente, complimenti
RispondiEliminaOddio, non conoscevo i necci! Che meraviglia! saranno gustosissimi e poi sembrano versatili per tante idee. Li proverò!
RispondiEliminaMeravigliosa ricetta!
RispondiEliminaChe bello che sei riuscita a recuperare questi antichi ferri!
RispondiEliminaPensa che la prima volta che ho utilizzato la farina di castagne ne ho fatto qualcosa di simile e pensavo di aver inventato una nuova ricetta!! ;)
Bellissimo post e realizzazione molto originale.
Bellissimo questo post, quanto è vero, molti sono davvero ignoranti delle tradizioni e dei piatti della propria regione.
RispondiEliminaCerto che non ti sei persa d'animo, hai trovato queste piastre e pure cucinato al meglio questi necci... complimenti! sei fantastica!
Complimenti per questo piatto!
RispondiEliminail piatto è molto invitante, non avevo mai visto i ferri per cuocerli, ma che peccato che le vecchie tradizioni finiscano dimenticate.
RispondiEliminaBaci Miria
Questo piatto è veramente particolare. A me era sconosciuto!
RispondiEliminaTi vorrei anche lasciare il link di un progetto pasquale appena avviato che spero possa vedere la collaborazione di molti food blogger! Ti lascio il link, a presto https://tortedinuvole.wordpress.com/2015/01/20/ricette-tipiche-pasquali-italiane/