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Monte Sinai


INGREDIENTI
150 g di fecola di patate
150 g di farina di mandorle (o di mandorle pelate e polverizzate con 50 g di zucchero presi dai 200 g)
200 g di zucchero
3 uova grandi
150 g di burro fuso e freddo
Scorza di un limone grattugiato
1 cucchiaino di lievito per dolci

1 cucchiaio di miele o marmellata di arance
Zucchero a velo

PREPARAZIONE
– Accendete il forno a 180°. Montate a lungo zucchero e tuorli fino a ottenere una crema fluida.
– Unite la scorza di limone, il burro, la fecola setacciata con il lievito, la farina di mandorle. Amalgamate bene.
– Montate a neve gli albumi e aggiungerteli delicatamente al composto.
– Disponetelo in tre teglie di grandezza digradante (io ho usato anelli di tre diametri, 16, 11 e 7 cm) o, se preferite, in un'unica teglia di 24 cm di diametro.
– Cuocete in forno a 180° C per 30/40 minuti.
– Sfornate e lasciate raffreddare su una gratella. Tagliate il 'cocuzzolo' delle due torte più grandi e sovrapponete i tre cerchi tenendoli uniti con miele o marmellata d'arance. Cospargete di zucchero a velo.

Come la conserva di rose, le orecchie di Amman e i bolli, anche il Monte Sinai è una preparazione livornese di origine ebraica, nata per celebrare il luogo che vide la proclamazione delle Tavole della Legge.
Alla fine del XVII secolo Livorno arrivò ad avere una popolazione di circa 20.000 abitanti, di cui 5000 ebrei, 900 turchi e 1000 di varie nazionalità. Gli ebrei provenivano prevalentemente dal Portogallo e dalla Spagna (sefarditi), paesi da cui alla fine del XV secolo erano stati espulsi; la loro integrazione dette luogo non solo a fiorenti attività economiche, ma anche a scambi culturali: un esempio è il bagito o bagitto, un linguaggio misto giudeo-livornese con una sua propria produzione letteraria arrivata fino ai giorni nostri.
La cucina livornese non è rimasta insensibile agli influssi della cucina ebraica, soprattutto per le preparazioni tipiche di feste e ricorrenze speciali, come questo Monte Sinai, che veniva preparato per il giorno di Shavuòt (sette settimane dopo Pesach, come la Pentecoste), ma era un po' più ricco della 'spartana' versione livornese, in quanto era profumato all'acqua di fiori d'arancio e decorato con cedro candito e uova filate.
Ho tratto la ricetta base da La cucina toscana di G. Righi Parenti, ma l'ho leggermente riadattata, realizzando una torta a tre piani: mi premeva creare un certo aspetto di 'montagna'. I bordi leggermente frastagliati sono un effetto voluto e ottenuto evitando di pareggiare il composto da crudo lungo i margini. Purtroppo non ho potuto fotografare l'interno perché dovevo incartare questo dolce per un'amica, ma posso dirvi che era soffice come una nuvola, come ho potuto constatare dopo avere tagliato e assaggiato i 'cocuzzoli'.
Nella foto ho volutamente lasciato il coltello, che non a caso porta il monogramma MS: ovviamente non sta per Monte Sinai, ma corrisponde alle iniziali di mio padre. Una delle sue passioni era la montagna, soprattutto le Dolomiti, ma sono certa che non avrebbe detto di no all'ascensione di questo delicatissimo Monte Sinai.

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