Le
tradizioni sulla tavola del 2 novembre, in Italia, sono quasi ovunque
ripiombate, per così dire, nella notte dei tempi. Già debolissime negli anni
’80 del secolo scorso, sono state sopraffatte nel corso degli anni ’90 da
quella che agli occhi delle persone non più giovani appare poco più che
un’americanata, la festa di Halloween il 31 ottobre.
Noi
dell’Italia del Piatto abbiamo deciso di andare a scovare le tradizioni che ci
appartengono, quelle legate al 2 novembre, il giorno della commemorazione dei
morti. Ossa o fave dei morti, ossi di morto, ossi da mordere, pan dei morti o
dei Santi (sarà un eufemismo per ‘morti’?), dita degli Apostoli... non sono
poche le tradizioni regionali, di qualcuna probabilmente si sarà perso anche il
nome. C’è anche da dire che ormai non sono più legate a una sola giornata di
commemorazione, in realtà si trovano nelle case o in panifici e pasticcerie nel
periodo ottobre-novembre. Una volta (nella notte dei tempi...) appartenevano
invece alla tavola che la notte del 2 novembre si preparava per i nostri cari
che ci hanno lasciato, perché si credeva o, meglio, si immaginava, che in
quella notte le loro anime venissero a trovarci.
In
Toscana, ma non dappertutto, sono rimaste, che io sappia, solo due preparazioni
tipiche: gli ossi di morto (biscotti con mandorle tritate), e il pane dei Santi, il cui nome varia a seconda della provincia. Ne ho già parlato qui in un
post dell’anno scorso. Quest’anno ho utilizzato lo stesso impasto per un’altra
preparazione, il ciaccino de’ Santi, o schiaccia dei Santi, che ha origine in
un paese in provincia di Grosseto, Civitella Marittima. Marittima non perché
sia sul mare (anzi è in collina), ma perché è in Maremma, che anticamente aveva
il nome di Maritima: era infatti la Maritima regio romana, la pianura sulla
costa tirrenica fra Livorno e l’alto Lazio.
Riporto
gli ingredienti e l’impasto che ho fatto l’anno scorso per il pan de’ Santi,
diminuendo la quantità di zucchero, perché questa schiaccia è meno dolce, come
ho saputo dalla fioraia di Civitella, Lorella Cortecci, che è fidanzata con il
fornaio del paese. Meglio di così... Farò poi un aggiornamento per raccontare
com’è che sono arrivata a lei, che fra l’altro ha approvato l’aspetto di questo
ciaccino.
Rispetto
al pan de’ Santi, cambio il procedimento verso la fine.
INGREDIENTI
500
g di farina di grano tenero tipo 1 macinata a pietra
370
ml di acqua
1
g (1 cucchiaino) di lievito di birra secco (= circa 3 g fresco)
10
g di zucchero
5
g (1 cucchiaino) di sale
1
cucchiaio di semi di anice
80
g di uvetta
100
g di gherigli di noci
7
cucchiai di olio e.v.o.
1
cucchiaino di pepe
1
uovo e qualche altra uvetta e noce (per la superficie)
PREPARAZIONE
In
un bicchierino unire lievito secco, 1 cucchiaino di zucchero (preso dal totale)
e due dita d'acqua tiepida (presa dal totale).
In
una grande ciotola unire farina setacciata, zucchero e acqua. Quando nel
bicchierino si è formata la schiuma (circa 10 minuti), versare il lievito
sciolto in acqua nella ciotola. Amalgamare, ottenendo un composto che sarà
piuttosto molle e appiccicoso.
Coprire
la ciotola con la pellicola e far riposare a temperatura ambiente, in un luogo
chiuso (per esempio dentro al forno spento) per 9/10 ore, fino al raddoppio.
Ammollare
l'uvetta in acqua tiepida per mezz'ora e tagliare a pezzetti i gherigli. Scaldare
l'olio in un pentolino e farvi rosolare dolcemente per 5 minuti uvetta, noci e
semi di anice.
Procedere
alle 'pieghe' nella ciotola. Prendere un lembo del composto con le mani
bagnate, tirarlo leggermente e portarlo verso il centro. Ruotare la ciotola di
90°, prendere un altro lembo e portarlo verso il centro. Per altre due volte,
ruotare e ripetere. Far riposare di nuovo coperto.
Dopo
40 minuti, ripetere le pieghe in ciotola e far riposare coperto.
Dopo
altri 40 minuti, se il composto non ha ancora consistenza e non si stacca dalla
ciotola, ripetere le pieghe in ciotola, altrimenti capovolgerlo su un piano
infarinato.
Capovolto
l'impasto, allargarlo in una forma rettangolare, cospargerlo di metà di noci,
uvetta e anice con il loro olio, affossandoli bene nell'impasto. Spolverare di
pepe. Procedere alle pieghe: prendere un lato del rettangolo, allungarlo e
piegarlo verso il centro; fare la stessa cosa con l'altro lembo. Schiacciare
leggermente, cospargere con il resto di noci, uvetta e anice, unire il pepe,
girare di 90° e fare la stessa cosa per gli altri due lati.
Stendere
l’impasto in una teglia oliata o su carta forno fino a un’altezza di 1 cm.
Mettere qualche altra noce spezzata e uvetta in superficie e far lievitare 2 ore.
Spennellare
con un’emulsione di acqua e olio e cuocere in forno a 180/190° C per 25 minuti,
poi spennellare velocemente di uovo sbattuto e cuocere ancora 10 minuti o
comunque finché la superficie non è color marrone.
Ecco un suggerimento per gustarlo, con ricotta e mandarini canditi.
Ed ora, come sempre, facciamo un giro nelle altre regioni.
Lombardia: I Mein di Morti - http://www.kucinadikiara.it/2016/11...
Veneto: il pan dei morti - http://www.ilfiordicappero.com/2016...
Emilia Romagna: Ossi dei morti di Parma - http://zibaldoneculinario.blogspot.com/...
Liguria: stoccafisso con patate e fagiolane - http://arbanelladibasilico.blogspot.com/...
Umbria: Rocciata - http://www.dueamicheincucina.ifood.it/...
Lazio: Fave dei morti - http://www.trafornelliepennelli.ifood.it/...
Campania: Pappardelle ai funghi porcini e zucca - http://www.isaporidelmediterraneo.it/...
Puglia: La colva - http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/...
Calabria: Il grano dei morti - http://ilmondodirina.blogspot.com/2...
Sardegna: Is Pabassinas - http://dolcitentazionidautore.blogspot.com/...
mi piace scoprire questi piatti legati alle tradizioni!
RispondiEliminaelisa
Ciao Giovanna, sei stata bravissima a realizzare questo ciaccino. Mi sa proprio di buono... bacioni
RispondiEliminaDeve essere meraviglioso! Adoro questi pani ricchi :)
RispondiEliminaUn abbraccio
Sabato scorso in un ristorante a Lucca con il caffè mi hanno servito un dolce buonissimo e dagli ingredienti che ho sentito credo si trattasse proprio del pane dei santi. Darò un'occhiata anche agli altri piatti regionali.
RispondiEliminaCara Sonia, penso che a Lucca ti avranno dato il buccellato, che è senza noci e senza pepe. A meno che non conoscano, chissà perché, questa tradizione del sud della Toscana.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCiao sono Elisa del blog http://ideedililli.blogspot.it/. Ti ho trovato grazie al premio Liebster Award .... Questa ricetta non la conoscevo, da provare!... divento subito una tua lettrice, al prossimo post! =)
RispondiEliminaQuesto lievitato é fantastico e mi ricorda la schiaccia all'uva, buonissima.
RispondiEliminaUn abbraccio,
Silvia
un lievitato profumato e sostanzioso, proprio un piatto della tradizione, quante belle ricette scopriamo con questa uscita! ciao!
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