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I brigidini di Lamporecchio (a modo mio)

Questi brigidini sono fatti con 3 uova, 250 g di farina 00, 250 g di zucchero, semi di anice
Quelli delle altre foto con 2 uova, 100 g di farina 00, 110 di zucchero, semi di anice


“Estate con sagre, fiere e mercati” è il tema di luglio del gruppo L’Italia nel piatto. Devo dire che all’inizio pensavo proprio di non partecipare, perché le sagre estive in Toscana, per attirare i turisti verso i propri prodotti, non guardano in faccia a nessuno, neanche alla calura, cioè scelgono prevalentemente cibi tradizionali che con l’estate vanno poco d’accordo: sagra della bistecca, del tortello, della salsiccia e del fegatello, ecc. Le fiere e le fierucole sono per lo più sospese e io non avevo tempo di andarle a cercare nei paesi; in quelle di giugno in piazza Santo Spirito e in Piazza SS. Annunziata a Firenze (con 35 gradi all'ombra e pochissimi banchetti) non ho visto cibo tradizionale. I mercati? Be’, i mercati sono aperti, ma anche lì non ho avuto nessuna ispirazione. Improvvisamente mi è venuto a mente il brigidino.



Ho visto tante volte i pacchi di brigidini appesi ai banchi dei venditori durante le fiere nelle piazze fiorentine. Eccoli qua (foto di Lucarelli in Wikipedia):



Mi sono anche ricordata di averne letto qualcosa nel romanzo di Vasco Pratolini, Cronache di poveri amanti: «Il brigidino è il deus ex machina della Fiera. Lo si impasta e cuoce sotto i vostri occhi. Lo si mangia tiepido e croccante. È in virtù del suo richiamo che la gente affolla la fiera. Il brigidino è una cosa di nulla, appena un’ostia di più grandi dimensioni, pure ha una consistenza, una fragranza, un sapore che si scioglie in bocca. I carretti ne sono pieni, dapprima, ma via via che l’ora monta e la folla cresce, si formano le code in attesa davanti ai banchi del fornelletto sul treppiede, ove l’esperto brigidinaio rigira le sue “schiaccie” [sic]. I venditori sono tutti vestiti di bianco, con in testa copricapi da cuochi di grande albergo. Magnificano la merce a squarciagola, persuaso ognuno di essere stato eletto da Santa Brigida in persona a custode del segreto per la confezione del biscotto di cui la Santa fu l’inventore».


Penso che questa tovaglietta con ricamati a mano il calice delle ostie e la scritta
"Signore, resta con noi perché si fa sera", comprata qualche anno fa in un mercatino,
stia bene con i #brigidini, che in fondo sono nati come ostie 'sbagliate'.
Ecco perché si chiamano brigidini. La leggenda ne attribuisce l'invenzione a una suora del convento di Santa Brigida di Lamporecchio (Pistoia), che avrebbe sbagliato a confezionare l'impasto delle ostie per la Comunione. Che fare con l'impasto sbagliato? Aggiungervi anice e cuocerlo nelle piastre da ostie.



A Lamporecchio esiste il consorzio Il Vero Brigidino di Lamporecchio, che ogni anno organizza una fiera.

Aggiornamento del 27 luglio: quest'anno la Fiera di Lamporecchio si svolge dal 27 luglio al 2 agosto, con eventi di ogni genere: street food toscano, mercato dell'artigianato e antiquariato, musica, Luna Park e il Baby Village dedicato ai bambini; i brigidini saranno protagonisti della serata del 1° agosto e verranno distribuiti per le vie de paese. Nello stesso fine settimana (29-30 luglio) a Firenze, al Mercato Centrale di San Lorenzo si svolgerà l'evento "Brigidini, chicche e dolcezze": non solo brigidini, ma anche addormenta-suocere, zucchero filato e mele caramellate.

Quel fornelletto sul treppiede dei venditori ambulanti di cui parlava Pratolini non esiste più e le schiacce (o tenaglie o ferri o pinze o piastre) sono difficili da trovare. Ora il brigidino si prepara a macchina.


Foto di F. Ceragioli da Wikipedia
Ciò ha portato a cambiare leggermente anche il tipo di impasto dell'originaria ricetta ottocentesca e a sostituire i semi di anice con l'essenza di anice. Io li ho fatti con i semi di anice, all'antica, utilizzando lo stampo a tenaglia per cialde o ferratelle, che si trova facilmente nei negozi di articoli casalinghi.



Ecco a sinistra quelli fatti a macchina, acquistati da Eataly, e a destra quelli che ho fatto io utilizzando le piastre.



È stato difficile invece trovare la ricetta adatta per questo tipo di stampi a tenaglia. Quella di Pellegrino Artusi non mi ha dato buoni risultati. Ecco la foto dell'edizione del 1923 di mia nonna.


Per preparare questi trastullini (come li chiama l'Artusi) con lo stampo che ho usato io, è bene non fare un impasto solido da cui staccare pallottole, ma un composto più fluido da mettere a cucchiaiate, anzi a cucchiaini (grandi, da tè).

La ricetta che mi ha soddisfatto è quella di Cecialiann, (anzi, della sua bisnonna!), in Storie di piatti e territori (clic qui per leggerla), contest promosso da Vetrina Toscana, che ha dato origine a un libro in pdf delle ricette selezionate (ce n'è anche una mia!).

Aggiungo solo la vaniglia Bourbon in polvere e do qualche dettaglio in più nella spiegazione. Immagino che l'olio indicato in quella ricetta sia solo per ungere le piastre.


INGREDIENTI

2 uova (almeno 100 g senza guscio)
110 g di zucchero semolato (meglio quello un po' più fine)
100 g di farina di grano tenero 00
10 g di semi di anice
1 cucchiaino di vaniglia Bourbon in polvere

Olio per ungere le piastre


PREPARAZIONE

– Montare le uova con lo zucchero e i semi di anice.
– Aggiungere la farina setacciata e amalgamare bene.
– Far scaldare le piastre sul fuoco e ungerle di olio (con un pennello in silicone o con mezza patata infilata in una forchetta, operazione da ripetere ogni 3-4 cialde).
– Prendere il composto con un cucchiaino grande (da tè) e metterlo al centro della piastra. Chiudere bene.
– Dopo 15 secondi di fuoco medio, girare le piastre. Dopo altri 15 secondi, aprire e staccare il brigidino.

Il tempo dipende dal tipo di piastra che avete. La cialda non deve essere troppo colorita. Potete aprire le piastre per controllare. Appena fatto, il brigidino è morbido, perciò può essere modellato. Dopo pochi minuti è già friabile e croccante, pronto per essere mangiato subito o chiuso in un contenitore ermetico, perché con l'aria si riammorbidisce.


http://litalianelpiatto.blogspot.it/


Passiamo infine a scuriosare fra le sagre, le fiere e i mercati estivi della altre regioni italiane.

Commenti

  1. davanti al testo per i brigidini, mi sono quasi commossa.. non sai quanto lo desidererei. Complimenti per la ricetta e la cura con cui hai preparato questo post! Personalmente preferisco i tuoi rispetto a quelli di Eataly, ho l'impressione che siano più sottili... bravissima!

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  2. Interessantissimo post!
    a me i brigidini piacciono sempre...e ogni venuta a Lamporecchio (ma anche in altre località..) è al scusa buona per portarmene a casa quel che pacco!
    Ma i tuoi sono spaziali!!!!!!
    Poi con i semi di anice alla vecchia maniera...
    Grande!!
    elisa

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  3. Sai che erano davvero tnti anni che non li vedevo più girare? Grazie per la sorpresa!!!
    Buona giornata

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  4. Ciao Giovanna, come sempre i tuoi post sono interessantissimi. Mi piacciono i brigidini. Quando vengo in Toscana e li trovo non me li faccio scappare! Un bacio e buone vacanze

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  5. E' la prima volta che vedo queste delizie mi hai incuriosito tantissimo... voglio provarle anche io! A presto LA

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  6. Ciao! Io ho rintracciato solo adesso la menzione del mio articolo su Vetrina Toscana, dietro suggerimento di mia mamma a cui lo ha detto un'amica che stava leggendo il sui articolo. quindi mi scuso per l'immenso ritardo con cui La ringrazio per aver riportato qui una mia ricetta , una di quelle a me più care.
    Grazie ancora Cecialiann di Mamme in Cucina e Dintorni

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